Agenpress – Gli uomini affrontano una vera e propria crisi di salute. Questo dipende non solo da differenze biologiche, ma soprattutto dal fatto che tendono a trascurare i loro bisogni di salute e ad effettuare meno screening delle donne, per motivi culturali. Quando si tratta di salute maschile non si può fare a meno di parlare di tumore alla prostata, la seconda forma tumorale più diffusa negli uomini di tutto il mondo e addirittura la prima in Italia. Cifre piuttosto preoccupanti quanto il problema di carattere culturale che ne è alla base: ossia la scarsa propensione degli uomini alla prevenzione, alla cura di sé e la reticenza a parlare di temi che riguardano la salute, specialmente urologica.
“Esistono invece alcuni semplici esami di routine che possono abbattere il problema – spiega il Prof. Vito Pansadoro, chirurgo urologo, alla guida della Fondazione Vincenzo Pansadoro per la ricerca Uro-oncologica e Direttore del Centro di Urologia Laparoscopica e Robotica – il PSA per la prostata, l’ecografia per il rene da ripetere ogni paio di anni, per la vescica, oltre a ricordare che è importante non fumare, è possibile fare una citologia urinaria e un’ecografia e infine l’autopalpazione del testicolo è uno strumento utilissimo”.
La prevenzione è un’arma vincente e la diagnosi precoce consente di effettuare interventi poco invasivi e non distruttivi. “Gli screening oncologici sono un notevole investimento per la salute, che ha come risultato una riduzione della mortalità, – sostiene il Prof. Vito Pansadoro, il cui interesse professionale si è sempre rivolto all’Oncologia Urologica, alla chirurgia Laparoscopica dal 1995 ed alla chirurgia Robotica dal 2008. – Il progresso non si limita alla fase diagnostica, – aggiunge il Professor Pansadoro, – infatti da oltre dieci anni anche in Italia è attiva la Chirurgia Robotica Urologica che consente di intervenire sui tumori della prostata, della vescica, del rene con un dettaglio visivo sorprendente a 3D ed in HD e con il risparmio dei tessuti grazie alla mini-invasività della procedura. Ulteriori vantaggi per il paziente, rispetto alla chirurgia open e laparoscopica, sono rappresentati dall’assenza di dolore, dalla riduzione del rischio di sanguinamento intra-operatorio e da un minor tempo di degenza, stimabile in 2 o 3 giorni”.